Memorie tonaresi in pratza manna

lunedì 11 aprile 2022

Il casato dei Gessa

 

Il casato di Gessa

  L’ingresso del casato dei Gessa nel panorama umano tonarese viene sancito nel 1821 dal matrimonio di un aritzese con una tonarese. In tale atto, la cui stesura è stata vergata, il giorno diciannove di agosto, dal viceparroco Pietro Angelo Dearca, è documentato quanto segue:

   Io qui sottoscritto attesto, e fo fede, qualmente avendo prima steso sentimento dei contraenti e fatti i soliti proclami in tre giorni festivi interpolati e non avendo risultato impedimento alcuno canonico, ed avendoli trovati instruiti nella dottrina cristiana ed avendoli confessati, ed eseguito esattamente il prescripto del Sacro Concilio Tridentino col permesso dell’Illustrissimo Molto Reverendo Vicario Generale dato ad Oristano li 13 luglio 1821 assistì al matrimonio che per verba de praesenti contrassero le persone Luigi Gessa del Villaggio d’Arizzo, e Raimonda Dessì, ambi di statto libero, presenti per testi Angelo Porru, e Pietro Boe Sacristi, e nel medesimo giorno presero la benedizione nuziale:

   In quorum fidem

Pietro Angelo Dearca Vice Parroco.

   Nella parte sinistra di detta certificazione, che risulta inserita nel registro parrocchiale dei matrimoni tonaresi, libro ora depositato presso l’archivio storico diocesano di Oristano, sono segnalati più compiutamente gli estremi anagrafici della coppia. Si riferisce che lo sposo è figlio di Sebastiano e Rosalia Cocco del villaggio di Aritzo mentre la sposa è figlia di Angelo e Maria Cappeddu entrambi di Tonara.

   Dalle segnalazioni riportate nei censimenti parrocchiali degli anni 1829, 1845 e 1856, meglio definiti Stati delle anime, possiamo avere un quadro ben preciso della vita vissuta in comune nel tempo dai due sposi.

   Dal registro del 1829 apprendiamo che la famiglia Gessa, con domicilio nel vicinato di Arasulè, nella contrada denominata Muraghedi (sic), è contrassegnata dal numero 114 e che il percorso effettuato dai rilevatori ha interessato il seguente tracciato: Su Fossu (con il numero 1 assegnato al nucleo familiare del signor Pietro Zucca Pisano) -Funtana Idda – Lasina - Su Tzurru - Muraghedi - Santa Maria - Su Montigu - Su Forreddu (il numero di riferimento per il parroco Antonio Medda è il 214) – S’Arcu (l’odierna Istraccu) – Sa Caladorgia e Carighedi (sic) ( con il numero 322 per la famiglia del signor Giuseppe Mameli Zucca).

 

 Per l’anno 1829 

i componenti che fanno capo alla famiglia Gessa sono:

Luigi, marito, di anni 36

Raimonda Dessì, moglie, di anni 35

Rosalia, figlia, di anni 7

Maria, di anni 4

Sebastiano di anni 1 e

Marianna Dessì, cognata, di anni 20.

Le età sono spesso inesatte. Per avere la loro giusta identificazione occorrerebbe rifarsi alla documentazione dei restanti Quinque libri, in particolare del registro dei battezzati.

 

Per l’anno 1845

Il casato dei Gessa è rappresentato dalle famiglie numero 298 e 302. Nella prima si fa riferimento al ceppo originario mentre nella seconda il cognome in oggetto riguarda unicamente la consorte del signor Tomaso Sau Carboni. Preciso che gli addetti alle operazioni di censimento non hanno fatto alcuna menzione dei quartieri interessati alla frazione superiore del paese. La famiglia indicata con il numero 1 fa riferimento all’abitazione del parroco Giovanni Pruneddu in Su Montigu.

   Per il primo nucleo abbiamo

Luigi Gessa, marito, di anni 56

Raimonda Dessì, moglie, di anni 50

Maria, figlia, di anni 19

Antonio, figlio, di anni 15

Nicolò, figlio, di anni 10

Angelo, figlio, di anni 7 e

Marianna Dessì, cognata, di anni 41.

   Per il secondo nucleo si segnalano

Tomaso Sau Carboni, marito, di anni 31

Rosalia Gessa, moglie, di anni 24

Giovanna, figlia, di anni 4

Pietro, figlio, di anni 0

Giovanna Carboni, madre, di anni 61.

 

   Per l’anno 1856

Il cognome Gessa è rappresentato in quattro famiglie con i numeri 39, 58, 59 e 98. Il rione interessato a detti nuclei è sempre quello di Arasulè.

   Al numero 39 fanno capo

Tomaso Sau Carboni, marito, di anni 42

Rosalia Gessa, moglie, di anni 36

Giovanna, figlia, di anni 14

Pietro, figlio, di anni 12

Sebastiana, figlia, di anni 8

Giuseppa, figlia, di anni 5 e

Giuseppe, figlio, di anni 2.

   Al numero 58

Luigi Gessa, marito, di anni 65

Raimonda Dessì, moglie, di anni 67

Nicolò, figlio, di anni 22 e

Angelo, figlio, di anni 19.

 

   Al numero 59 corrispondono i nominativi di

Giovanni Vargiu, marito, di anni 35 e

Maria Gessa, moglie, di anni 30

 

   Del numero 98 fanno parte

Antonio Gessa, marito, di anni 26

Maria Antonia Cabras, moglie, di anni 30 e

Raffaela, figlia, di anni (non segnalati)

   L’itinerario seguito dai rilevatori ha come punto di partenza l’abitazione del parroco Giovanni Pruneddu in Su Montigu.

   Per avere notizie più approfondite sul casato dei Gessa, per il periodo successivo al 1856, bisognerà rifarsi alle documentazioni esistenti presso gli archivi parrocchiali e comunali di Tonara.

   Una ultima precisazione: Al giorno d’oggi, a distanza di duecento anni dall’ingresso in paese di detta nota famiglia, non vi è alcun residente col cognome più volte citato. L’albero genealogico, secondo la testimonianza di Bastiano Loche, ha perso tutte le sue fronde.

Notizie postume all’anno1856

   Il materiale da me raccolto dopo l’anno 1856, molto frammentario e riduttivo, è definito nei seguenti lavori che, a suo tempo, ho consegnato al Comune di Tonara.

   Questi i titoli:

a)      Storia dell’economia tonarese dal 1888 al 1963

b)      Tonara nel suo recente passato (Si tratta di una rielaborazione della versione precedente)

c)       Tonara. Una finestra sugli anni Quaranta.

   Riepilogo brevemente quanto, in particolare, è riportato nei volumi b) e c)

   A pagina 70 del secondo testo (volume b) riferisco, nel paragrafo dedicato all’industria del legname, quanto mi ha segnalato mio zio Nanneddu Pala. Questo il primo passaggio:

   Nel primo ventennio del secolo i più accreditati operatori di tale settore rispondono ai nomi di Carlo Gessa, Antonio Gessa, Giovanni Pruneddu, e Battista Porru. A questi seguiranno, dopo gli anni Venti, Peppino Sulis, Giuseppeddu Sau, Nanneddu Pala e Manfredi Gessa.

   A pagina 71, in un secondo passaggio, per il decennio che corre dagli anni Venti agli anni Trenta, si hanno notizie non solo su detti imprenditori ma anche sulle forze impiegate:

a)      Manfredi Gessa (80 dipendenti di cui 15 coppie di segantini, 20 carbonai e 30 tagliatori di legna

b)      Antonio Gessa (30 dipendenti)

c)      Sau Sau (25 dipendenti)

d)      Giovanni Pala (20 dipendenti)

e)      Peppino Sulis (20 dipendenti)

   A pagina 150, nella relazione finale stesa dall’insegnante elementare Vittoria Nurra per l’annata scolastica 1902-1903, è riportato il visto del sindaco Carlo Gessa. E’ il padre di Antonio, il futuro avvocato.

   A pagina 166, nell’annata scolastica 1887-1888, si fa riferimento a Michele Gessa, classe 1880, figlio di Angelo. Detto genitore, con dimora in via Eleonora n°33, è definito con la qualifica di proprietario.

   Nel Censimento dei fanciulli tonaresi obbligati alla frequenza scolastica è segnalata la presenza di Raimondo Gessa, classe 1886, figlio di Sebastiano, di professione viandante. La documentazione, certificata dal segretario comunale Raffaello Pulyx, è datata 28 febbraio 1895.

   Nell’annata scolastica 1902-1903 si fa cenno alla figura di un negoziante di cognome Gessa (E’ la pagina 184).

   Detto cognome è definito con la qualifica di segantino nei registri scolastici degli anni 1921 e 1925 (pag. 198 del secondo tomo).

   Nelle ultime pagine del testo sono riportati gli estremi anagrafici del segretario comunale Giuseppe Gessa (1906-1992). Antonio e Sebastiana Sau per genitori.

   Alla pagina 12 del volume dal titolo Una finestra sugli anni Quaranta, sono citati i nominativi dei fratelli Antonietta e Gesuino Gessa, entrambi della classe 1929 e figli di Michele, di professione segantino, e Celestina Patta. Il loro domicilio è in Arasulè. Preciso che il lungo elenco degli iscritti all’annata scolastica 1940-1941 annovera 455 unità.

   Una ultima e doverosa annotazione. Contrariamente a quanto precisato alla fine del primo servizio, intorno alla presunta mancanza di rappresentanti di detto casato a Tonara, devo significare che rispondono al contrappello i signori Bruno e Maria Gessa. Grazie a loro, il traguardo dei duecento anni è stato raggiunto. Complimenti e lunga vita ai detentori del titolo.


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