Memorie tonaresi in pratza manna

martedì 6 settembre 2022

Da Funtana Ona a Santiago de Espasuley

 

Da Funtana Ona a Santiago de Espasuley


   É da più di trent’anni che nutro un alto interesse per una visita in territorio di Sorgono, nella regione denominata Mandrolisai, ai siti di Funtana Ona e San Giacomo di Spasulè

   Riferisce il Bonu, in Ricerche storiche su due paesi della Sardegna, Gadoni e Tonara, lavoro edito da Siena Cantagalli nel 1936, che i pronipoti di quanti abbandonarono, a partire dagli inizi del 1600, il villaggio di Spasulè, per trasferirsi a Tonara, nella frazione di Arasulé, avrebbero di che rallegrarsi per i diritti di proprietà esercitati sulle immense proprietà terriere ereditate dai loro antenati in Funtana Ona.

   Detta località risulta definita dall’ampio anfiteatro che ha per confini Ghenna e Crecu, i tratti terminali della corsa ferroviaria Cagliari-Sorgono ed il vallone che traguarda la strada provinciale per Sorgono e Tonara.

   Non so quanti fra i discendenti dei Demurtas ed i Flore, cognomi di spasulesi trasferitisi a Tonara, come riferito dal Bonu nel suo lavoro, possano ancora oggi vantare diritti su quelle antiche proprietà, ma di certo si sa che buona parte di quei possedimenti risulta oggi intestata a Pasqualino, un mio coetaneo, un tonarese nato e cresciuto in Barigau, una contrada definita ad U nel cuore del vecchio rione di Toneri, nelle adiacenze delle caratteristiche sotto frazioni di Pratza Manna, Maria Pra, Cartutzè e Pratza Senti Cocco.

   Mi riferisce il compaesano che l’opportunità di acquistare da proprietari sorgonesi la partita di ben sessanta ettari di terreno, sessantatré per l’esattezza, in territorio di Funtana Ona, Fontana Bona per il Bonu, si palesò circa una ventina di anni addietro, al termine di una intensa vita lavorativa spesa in terra straniera e nel Nord Italia.

   É doveroso un breve chiarimento su detta estensione. Sessantatré ettari corrispondono a seicento trentamila metri quadri, una superficie immensa equivalente all’area occupata da un centinaio di campi di calcio, Dal punto di vista geometrico si potrebbe far riferimento ad un quadrato di circa ottocento metri di lato o ad un cerchio di quasi quattrocentocinquanta metri di raggio. Lo Stato Pontificio, con i suoi 44 ettari, ha una superficie decisamente inferiore.

   L’orticello di una sessantina di metri quadri che coltivo in Oristano sta con la proprietà di Pasqualino nel rapporto di uno a diecimila. Nella distanza dalle nostre rispettive abitazioni ho il vantaggio della minima percorrenza: appena un metro per me e una decina di chilometri per lui.

   In una mia recente visita a Tonara, in un incontro con il conterraneo, ho avuto modo di focalizzare al meglio la mia attenzione su Funtana Ona e Spasulè, villaggio quest’ultimo abbandonato dai suoi abitatori più di trecento anni fa.

   Delle mie intenzioni di voler valorizzare il tracciato che unifica questi due territori, distanti in linea d’aria quattro o cinque chilometri, con un pellegrinaggio di tipo religioso che ricalchi, sebbene in forma riduttiva, i lunghi percorsi sviluppati a piedi e in diverse direzioni e con arrivo comune a Santiago di Compostela, non ho fatto alcun cenno. È comunque d’accordo Pasqualino nel partecipare a quella che ho semplicemente definito una normale passeggiata.

   Dell’invito rivoltomi ad un sopralluogo nella sua tenuta, con successivo ristoro e rinfresco negli accoglienti locali aziendali, terrò conto più avanti anche se idealmente sento di aver condiviso appieno i propositi della gita e di pari tempo immaginato di aver portato a termine il percorso di tipo religioso che porta a San Giacomo di Spasulè.

   Forzando ancora la fantasia ho già rivisto in marcia in questa prima edizione i miei familiari e quelli di Pasqualino. Seguiranno in futuro altri pellegrini?


1 commento:

  1. Ciao Nino spero di essere invitata a questo cammino isolano ed in una zona a te cara.Un caro saluto.Maria Grazia Carta

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