Memorie tonaresi in pratza manna

venerdì 5 febbraio 2021

Cagliari. Cresime a Sant'Eulalia.

 

Cagliari. Cresime a Sant’Eulalia

   Per arrivare alla chiesa di Sant’Eulalia nel rione Marina di Cagliari con mezzi privati si fa veramente una fatica del diavolo. Questo disagio è dovuto all’asprezza dei tracciati viari che sottopongono gli automobilisti a dura prova. Occorrono, in proposito, costante attenzione e molta prudenza.

   Oggi, 24 gennaio 2021, in parrocchia è giorno di cresime. L’inizio della cerimonia è fissato per le dieci in punto ma i fedeli, avvisati per tempo, sono già all’interno del luogo di culto con largo anticipo.

   Appena varcato il portone principale, sono fatto cenno da parte di un operatore parrocchiale al controllo della temperatura corporea ed alla sanificazione delle mani. Lo stato di pandemia, purtroppo, impone il massimo rispetto delle regole.

   Ho avuto il tempo, nella mia breve sosta sul sagrato della chiesa di inseguire i lineamenti più interessanti del suo prospetto e del campanile che nella sua verticale si eleva di tanto rispetto alla copertura del tempio. Anni addietro mi ero soffermato, in occasione di una funzione religiosa riguardante le prime comunioni, ad osservare con molta attenzione il bel rosone che insiste sulla facciata principale ma avevo trascurato, nella fretta, di guardare con maggiore attenzione le caratteristiche decorazioni del sottotetto che la Storia dell’Arte licenzia con il termine di archetti trilobati.

   Il posto a me riservato è posizionato sulla bancata destra sotto la navata centrale. In tutto saremo un centinaio, numero questo che va a comprendere tredici cresimandi, sei componenti del coro, il celebrante, due sacerdoti, un chierichetto, alcune suore, i padrini ed i familiari più stretti dei nuovi alfieri della chiesa.

   I coristi, tre uomini e tre donne, occupano l’area che mette in comunicazione la seconda delle quattro cappelle della navata laterale destra con la navata centrale. Stazionano in posizione eretta quasi al disotto del candelabro a più bracci che insiste sulla verticale dell’arco a sesto acuto della cappella.

   Il presbiterio, circa mezzo metro più in alto rispetto al piano su cui sostano i fedeli, presenta a ridosso del transetto, la ristretta sede riservata alla lettura dei passi evangelici da parte del celebrante che, in questa funzione liturgica, impersona il vescovo nell’esercizio del suo ministero.

   Dietro l’altare si sviluppa lo spazio riservato al coro, oggi dislocato alla mia destra, all’imponente ed elegante organo a canne e al grande quadro del Cenacolo, riproduzione del capolavoro del Leonardo, che nella sua estensione va ad occupare buona parte dell’abside. In alto al quadro, una vetrata tonda di notevoli dimensioni funge da tramite per veicolare fasci di luce in ogni dove.

   Molto interessanti le volte a crociera che si susseguono nelle varie campate. Alcune di esse si presentano a forma stellata. I candelabri a gocce con le numerose lampadine accese sono ben distribuiti sotto i punti mediani delle arcate a sesto acuto mentre il pulpito di fattura barocca, edificato alla sinistra della navata centrale, completa il quadro d’insieme di questo antico edificio religioso.

   Tra i fedeli, ordinatamente sistemati, come ho già riferito, sulle bancate della navata centrale, non riesco a individuare, oltre a mio nipote, alcun altro cresimando. Forse si troveranno in sacrestia o in qualche altro ambiente parrocchiale. Mi sarà tutto più chiaro quando il celebrante, procedendo lungo la linea mediana che dal presbiterio conduce in prossimità della bussola d’ingresso, provvederà alle prime confermazioni. I nuovi soldati della chiesa sono disposti alla sinistra ed alla destra del suo passaggio. Dei tredici nuovi confermati sette sono adolescenti mentre i restanti hanno un’età compresa tra i venti e i quaranta anni. Non capisco i motivi di tanto ritardo per i cosiddetti anziani. Mi verrebbe quasi voglia di intervistare qualcuno dei ritardatari. Ma forse è meglio rispettare la loro privacy.

   Al momento dell’Offertorio, quando il ridotto gruppo dei cresimati si porta alla spicciolata verso la zona transetto per la consegna dei doni al presule, succede che gli applausi, sono riservati unicamente agli anziani.

   Le emozioni suscitate nel mio animo durante le varie fasi delle confermazioni con le belle parole curate dal vescovo nella sua omelia, con le ovazioni tributate ai nuovi maturati, con l’ascolto dei brani scelti dai coristi parrocchiali e con gli ampi fasci di luce proiettati all’interno della chiesa riescono a definire al meglio l’importanza e l’alto significato dei sacramenti.

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