Cagliari. Cresime a Sant’Eulalia
Per arrivare alla chiesa di
Sant’Eulalia nel rione Marina di Cagliari con mezzi privati si fa veramente una
fatica del diavolo. Questo disagio è dovuto all’asprezza dei tracciati viari
che sottopongono gli automobilisti a dura prova. Occorrono, in proposito,
costante attenzione e molta prudenza.
Oggi, 24 gennaio 2021, in
parrocchia è giorno di cresime. L’inizio della cerimonia è fissato per le dieci
in punto ma i fedeli, avvisati per tempo, sono già all’interno del luogo di
culto con largo anticipo.
Appena varcato il portone
principale, sono fatto cenno da parte di un operatore parrocchiale al controllo
della temperatura corporea ed alla sanificazione delle mani. Lo stato di
pandemia, purtroppo, impone il massimo rispetto delle regole.
Ho avuto il tempo, nella mia
breve sosta sul sagrato della chiesa di inseguire i lineamenti più interessanti
del suo prospetto e del campanile che nella sua verticale si eleva di tanto
rispetto alla copertura del tempio. Anni addietro mi ero soffermato, in
occasione di una funzione religiosa riguardante le prime comunioni, ad
osservare con molta attenzione il bel rosone che insiste sulla facciata
principale ma avevo trascurato, nella fretta, di guardare con maggiore
attenzione le caratteristiche decorazioni del sottotetto che la Storia
dell’Arte licenzia con il termine di archetti trilobati.
Il posto a me riservato è
posizionato sulla bancata destra sotto la navata centrale. In tutto saremo un
centinaio, numero questo che va a comprendere tredici cresimandi, sei
componenti del coro, il celebrante, due sacerdoti, un chierichetto, alcune
suore, i padrini ed i familiari più stretti dei nuovi alfieri della chiesa.
I coristi, tre uomini e tre
donne, occupano l’area che mette in comunicazione la seconda delle quattro
cappelle della navata laterale destra con la navata centrale. Stazionano in
posizione eretta quasi al disotto del candelabro a più bracci che insiste sulla
verticale dell’arco a sesto acuto della cappella.
Il presbiterio, circa mezzo
metro più in alto rispetto al piano su cui sostano i fedeli, presenta a ridosso
del transetto, la ristretta sede riservata alla lettura dei passi evangelici da
parte del celebrante che, in questa funzione liturgica, impersona il vescovo
nell’esercizio del suo ministero.
Dietro l’altare si sviluppa lo
spazio riservato al coro, oggi dislocato alla mia destra, all’imponente ed
elegante organo a canne e al grande quadro del Cenacolo, riproduzione del
capolavoro del Leonardo, che nella sua estensione va ad occupare buona parte
dell’abside. In alto al quadro, una vetrata tonda di notevoli dimensioni funge
da tramite per veicolare fasci di luce in ogni dove.
Molto interessanti le volte a
crociera che si susseguono nelle varie campate. Alcune di esse si presentano a
forma stellata. I candelabri a gocce con le numerose lampadine accese sono ben
distribuiti sotto i punti mediani delle arcate a sesto acuto mentre il pulpito
di fattura barocca, edificato alla sinistra della navata centrale, completa il
quadro d’insieme di questo antico edificio religioso.
Tra i fedeli, ordinatamente
sistemati, come ho già riferito, sulle bancate della navata centrale, non
riesco a individuare, oltre a mio nipote, alcun altro cresimando. Forse si
troveranno in sacrestia o in qualche altro ambiente parrocchiale. Mi sarà tutto
più chiaro quando il celebrante, procedendo lungo la linea mediana che dal
presbiterio conduce in prossimità della bussola d’ingresso, provvederà alle
prime confermazioni. I nuovi soldati della chiesa sono disposti alla sinistra
ed alla destra del suo passaggio. Dei tredici nuovi confermati sette sono
adolescenti mentre i restanti hanno un’età compresa tra i venti e i quaranta
anni. Non capisco i motivi di tanto ritardo per i cosiddetti anziani. Mi
verrebbe quasi voglia di intervistare qualcuno dei ritardatari. Ma forse è
meglio rispettare la loro privacy.
Al momento dell’Offertorio,
quando il ridotto gruppo dei cresimati si porta alla spicciolata verso la zona
transetto per la consegna dei doni al presule, succede che gli applausi, sono
riservati unicamente agli anziani.
Le emozioni suscitate nel mio
animo durante le varie fasi delle confermazioni con le belle parole curate dal
vescovo nella sua omelia, con le ovazioni tributate ai nuovi maturati, con
l’ascolto dei brani scelti dai coristi parrocchiali e con gli ampi fasci di
luce proiettati all’interno della chiesa riescono a definire al meglio
l’importanza e l’alto significato dei sacramenti.
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