Finalmente svelato il segreto di
tutte le abbreviazioni
Il voler insistere
ad abbracciare la tesi di un testo interamente vergato in latino mi ha sempre
impedito di giungere a conclusioni accettabili. I risultati mi hanno dato
ragione solo per le prime due righe dove H C sta per H(O)C e FA(M)
per FA(CTU)M.
Per le successive ed
ultime quattro righe ho dovuto ripiegare nella lingua spagnola. In particolare,
la quarta e la quinta fanno riferimento ad un sacerdote della frazione di
Toneri chiamato Giovanni Antioco Garau mentre la sesta ci consegna i nomi, ma
non i cognomi, di altri due religiosi tonaresi con domicilio nella frazione di
Teliseri il primo, Francesco, e nella frazione di Arasulè il secondo, Diego.
La scelta da parte
mia di assegnare a ciascuno l’esatto cognome non è casuale ma è giustificata
dal fatto che il nome di uno dei due, Diego appunto, risponde all’appello a
Tonara, nel Settecento, solamente in pochissimi casi. Nel censimento del 1775,
il più antico fra gli Status animarum del paese, i residenti con nome
Diego sono meno di cinque: due in Arasulè, uno in Toneri ed uno in Teliseri. Di
questi quattro uno è sacerdote. Il suo cognome è Mereu.
Per identificare il
cognome di Francesco non abbiamo fatto alcuna fatica. Lo abbiamo rintracciato tra
i sacerdoti in pianta stabile a Tonara nel 1775. Nel censimento di tale anno
abbiamo notato che tra i quattordici sacerdoti della parrocchia, posti in bella
evidenza all’inizio del registro, compaiono i venerabili Giovanni
Antioco Garau di Toneri, Francesco Antonio Dearca di Teliseri e Diego Mereu di
Arasulè. Nell’elenco sono compresi anche i nomi dei religiosi tonaresi che operano
in altri centri isolani.
L’incarico di procedere alla compilazione del censimento del 1775 è
affidato al sacerdote tonarese Andrea Tocori il quale, nella formula di
apertura, annota che le prime registrazioni, sotto le buone intenzioni del
pontefice Papa Pio sesto e dell’arcivescovo di Oristano Antonio Romano
Malingri, avvengono il giorno 4 marzo.
I lunghi elenchi dei residenti sono preceduti da un folto gruppo di
notabili fra i quali sono segnalati i quattordici sacerdoti della parrocchia.
1) El
R(evere)ndo D(octo)r Miguel Porru R(ecto)r
2) El
V(enerabl)e J(ua)n Ant(onio) Pistis Cura
3) El
V(enerabl)e Diego Mereu Cura
4) El
V(enerabl)e J(ua)n Andres Tocory Cura
5) El
V(enerabl)e J(ua)n M(ari)a Cabras Cura
6) El
V(enerabl)e J(ua)n Casimiro Carta Cura
7) El
V(enerabl)e Miguel Zucca Cura
8) El V(enerabl)e
Pasq(ua)l Pisanu Cura
9) El
V(enerabl)e F(rancis)co Ant(onio) Dearca Sac(erdo)te
10) El
V(enerabl)e J(ua)n M(ari)a Zucca Sac(erdo)te
11) El
V(enerabl)e J(ua)n Antiogo Garau Sac(erdo)te
12) El
V(enerabl)e J(ose)ph Ig(naci)o Deligia Sac(erdo)te
13) El V(enerabl)e
Ant(onio) Pistis Sac(erdo)te
14) El
V(enerabl)e Antiogo Pistis Sac(erdo)te
15)
El R(everen)do
J(ose)ph Ant(onio) Porru R(ecto)r de Sumugueo (1)
16)
El R(everen)do
Pedro M(ari)a Porru R(ecto)r de Meana
17)
El V(enerabl)e Miguel
Floris Cura en Desulo
18) El V(enerabl)e
Ant(onio) Patta Cura en Ussana
19) El
V(enerabl)e Ant(onio) Anguel Cedde Cura en Sum(u)g(ue)o
20) El
V(enerabl)e Juan Succu (.?.) en Meana
21)
El V(enerabl)e Gabriel
Arbis Sac(erdo)te en Caller
22)
El V(enerabl)e J(ose)ph
Porru Sac(erdo)te en Caller
23)
El D(octo)r Vinc(en)te
Cabras en Caller (2)
24)
Luys Todde
Nott(ario) en Caller
25)
Juan Todde est(udian)te
en Caller
26)
Pedro Dearca est(udian)te
en Caller
27)
Pedro Patta est(udian)te
en Caller
28)
Luys Mereu est(udian)te
en Caller
29)
Bernard(in)o Patta
est(udian)te en Caller
30)
Pedro Cedde est(udian)te
en Caller
31)
Antiogo Cedde
est(udian)te en Caller
32)
Miguel Porru est(udian)te
en Caller
33)
Ramon Dessy est(udian)te
en Caller
34)
J(ose)ph Porru
est(udian)te en Caller
35)
Thomas Cabras
est(udian)te en Caller
36)
Luys Tanda est(udian)te
en Caller
37)
Luys Dearca est(udian)te
en Caller
38)
Antonio Dearca
est(udian)te en Caller
39)
Gabriel Garau
est(udian)te en Caller
40)
Juan Tore Sirujano en
Caller (3)
41)
J(ua)n Carta tonsurado
42) J(ua)n
M(ari)a Azony Sac(rista)n
43) Ant(onio)
Pistis Sac(rista)n
44) Ant(onio)
Porru Varo (4)
45) El
V(enerabl)e Pasq(ua)l Pisanu Pro(curado)r de la Ig(lesi)a
46) El
V(enerabl)e Miguel Zucca Pro(curado)r del Leg(a)do P(io)
47) El
V(enerabl)e Antiogo Garau Pro(curado)r de S(a)n Ant(onio)
48) Miguel Mamely
obrero
49) Lorenzo
Carbony obrero
50)
F(rancis)co
Ig(naci)o Figus Pro(curado)r de S(an)tiago (5)
51)
Fray Fran(cis)co Piras obs(ervan)te en Caller
52)
Fray J(ose)ph Ant(onio)
Cabras obs(ervan)te en Caller
Alla prima famiglia censita,
facente capo al rettore Michele Porru, fa seguito quella dei coniugi Gregorio
Cabras e Giovanna Angela Porru, forse una sorella del parroco (6), con i figli Giovanni, Michele, Giovanna e l’ultimo nato
Alessio, futuro rettore tonarese. Non risultano segnalati tra i familiari:
a)
Giovanna Maria Cabras, vedova di Giovanni Dessì,
con domicilio in Arasulè al numero
129 del presente censimento con i figli Mauro, Giuseppe e Giovanni futuro
sacerdote. Il 22 gennaio del 1776 sposerà in seconde nozze il chirurgo Giovanni
Tore Devias (7).
Da questa unione nasceranno Antonio Tore, il valente presule di Ales e di
Cagliari, ed Anna Tore, madre a sua volta del rettore tonarese Giovanni
Pruneddu. Per ulteriori approfondimenti sull’argomento rimandiamo al lavoro di
prossima pubblicazione Monsignor Tore-Il
credo, gli affetti e le amicizie). Di Giovanna Maria Cabras rimangono agli
atti le certificazioni della cresima, dei matrimoni contratti con Giovanni
Dessì e con Giovanni Tore e del suo decesso. Nel registro dei confermati del
1743 la nostra Giovanna Maria è presentata con il fratellastro Alessio, forse
il primogenito, figlio di Gregorio e della defunta Petenica Nonis di Sorgono. Del secondo matrimonio e della morte
della Cabras abbiamo riportato le nostre trascrizioni nel lavoro dedicato ai
testamenti. In questa sede presentiamo in appendice il certificato del primo
matrimonio.
b)
Maria Antonia Cabras, sposata con Pietro Orrù il
22 ottobre del 1775, figura che fa spesso apparizione in queste carte tonaresi (8).
Non ci risultano gli estremi della sua nascita ma in compenso dai registri
storici vengono alla luce molte notizie tra le quali assume notevole importanza
la bozza di testamento redatta dal notaio Raimondo Tore e trasmessa, in data 28
novembre 1830 ad Ales, dal parroco Medda al nipote della testatrice, il vescovo
Antonio Tore (9).
Il tempo dedicato alla stesura del presente
registro di popolazione è stato di circa tre mesi. Nel trasmettere una copia
dell’intera documentazione alla curia di Oristano, il rettore Michele Porru, ne
indica la data della consegna. È il 30 maggio del 1775.
Note:
(1) Giuseppe
Antonio Porru, rettore della parrocchia di Samugheo, e Michele Porru, parroco
di Tonara, sono fratelli. I loro genitori sono Battista e Maria Antonia Piras.
(2) Vincenzo
Cabras risiede a Cagliari in qualità di Intendente generale per la Sardegna.
(3). Giovanni
Tore, futuro genitore di Antonio, il valente presule tonarese, sta completando
i suoi studi di medicina a Cagliari.
(4) Varo
sta per messo parrocchiale.
(5) Dalla
lettura del registro di amministrazione della parrocchia di San Giacomo di Spasulè si ha conferma delle mansioni
svolte dal procuratore Francesco Ignazio Figus nel quadriennio (1774-1777).
Vedi al riguardo il lavoro Spasulè- Il
villaggio abbandonato nel primo quarto del Settecento.
(6) Nel
registro dei cresimati dell’anno 1730 risultano in elenco Michele ed Angela
Porru, entrambi figli di Battista Porru e Maria Antonia Piras. È molto
probabile che la sorella del rettore sia proprio la moglie di Gregorio Cabras.
(7) Vedi,
nell’Appendice del secondo volume di queste Memorie
storiche, il paragrafo Certificazioni
di matrimonio di un certo interesse.
(8) Vedi,
nell’Appendice del secondo volume di queste Memorie
storiche, il paragrafo Certificazioni
di matrimonio di un certo interesse.
(9) Vedi,
nell’Appendice del primo volume di queste Memorie
storiche, il paragrafo Una
disposizione testamentaria.
In conclusione,
possiamo presumere, con probabilità che tende alla certezza, che i nomi incisi sulla
stele corrispondono a quelli dei religiosi citati nel lungo elenco per i
seguenti altri motivi:
a) Il primo di essi, Giovanni Antioco
Garau, essendo proprietario di un orto nei pressi della sorgente, non può che ritenersi
il più diretto interessato alla costruzione della fonte. Preciseremo i dettagli
più avanti con la presentazione dei singoli sacerdoti.
b)
La
rappresentanza di un sacerdote per ogni frazione, il Garau per Toneri, il
Dearca per Teliseri ed il Mereu per Arasulè, testimonia dell’interesse che può
aver avuto ciascuno di essi nella raccolta dei fondi a livello rionale.
Ed ora qualche breve
notazione sul lavoro del lapicida. Il testo è composto di appena sei righe: le
prime due definite in latino e le ultime quattro in spagnolo. Il carattere
delle lettere è in formato maiuscolo eccezione fatta per la prima espressa
all’inizio (h al posto di H).
Le singole lettere
non sono incise sulla pietra ma in risalto, ossia lavorate tutt’intorno con lo
scalpello.
Una curiosità per
quanto riguarda la definizione del nome e del cognome del religioso di Toneri:
a) Antioco in spagnolo fa Antioco ma nei
libri parrocchiali tonaresi leggo sempre Antiogo
b) Nella terza riga, l‘abbreviazione può
sottintendere anche il titolo onorifico di Reverendo Rector
c)
Nell’atto di matrimonio relativo alle Nozze Corriga-Garau, il
cognome della sposa è definito per ben due volte Garao dal rettore Massidda.
Vedi conferma in pagine addietro. É questo un errore condiviso anche da altri.
Quasi una forzata deformazione del cognome che, nel dialetto
barbaricino, nella formazione del plurale, diventa Caraos. E’ esatto, in ogni
modo, definire il singolare ed il plurale di detto casato con Garau e Caraos
alla pari di Sau e Saos e Cau e Caos.
Il testo va
interpretato nel seguente modo:
H(O)C
OPUS FA(CTU)M AN(N)O 1762
R(ECTO)R
MAS(S)ID(D)A
V(ENERABL)E J(UA)N AN(TIO)CO GARAU
CO(N)
FRA(NCIS)CO Y DIEGO