Giovanni Mura
Visita ai nuraghi di Torralba e Silanus
con
il contributo dell’Associazione 50
& Più di Oristano
Visita ai nuraghi di Torralba e
Silanus
Per sabato 10 maggio,
corrente anno 2025, l’Associazione 50 & Più di Oristano, ha programmato un
interessante appuntamento con i luoghi della memoria vissuta e tramandata alcuni
millenni addietro dai nostri antenati. Quanto abbiamo ricevuto in eredità dal
lontano passato lo appureremo nella visita che condurremo nei centri di
Torralba nel Sassarese e di Silanus nel Nuorese. Si avrà a che fare con nuraghi,
pozzi sacri, tombe di giganti e con quanto dal neolitico ci è stato trasmesso ai
giorni nostri. In particolare, le nostre attenzioni di carattere visivo non
mancheranno di essere sollecitate dalle interessanti esposizioni delle guide
locali. Anche da bordo pullman, durante le fasi di avvicinamento ai siti di
maggiore impatto archeologico, sarà possibile fare affidamento alle valide
riflessioni di esperti in campo archeologico.
In questo servizio che sto cercando di stendere non potrò
essere certamente di aiuto per il lettore in quanto la sordità che mi affligge
da tempo e le aride conoscenze in materia mi impediscono di riferire quanto
viene posto in discussione. Rimedierò, peraltro, cercando di interrogare al
momento opportuno gli strumenti più efficaci e più sofisticati della tecnologia
moderna quali il computer ed il cellulare, strumenti che io definisco, alla
pari dei congiunti più stretti, con il termine di parenti di plastica di primo
grado. L’intelligenza artificiale è ormai al servizio di chicchessia.
Ed eccomi di fronte al
complesso nuragico di Santu Antine di Torralba. Ciò che impressiona maggiormente
di questa enorme struttura muraria, è la accurata disposizione con cui i
blocchi edilizi sembrano inseguirsi a perfezione tanto a livello orizzontale
che verticale. Questo si avverte soprattutto nella lettura delle recinzioni esterne
della Reggia e dei tracciati che portano verso l’alto.
Preciso intanto che nei vertici della pianta triangolare, che
è di tipo equilatero, insistono i resti di tre torri mentre nel baricentro di
detta figura geometrica trova posto la gigantesca costruzione tronco conica..
Una volta superato l’ingresso
principale, valutati i pro e di contro di un percorso non proprio adatto alle
persone della mia età, decido di soffermarmi nel corridoio principale, quello
che permette l’accesso ai vari alloggiamenti della grande torre. La guida
intanto si trova già all’opera lungo tracciati che sanno di scale, feritoie,
nicchie e camere. L’intenzione di rinunciare alla visita del singolare
monumento non mi procura nessun disagio. Bisogna, d’altro canto, tener conto dei
rischi che si corrono quando si ha a che fare con stipiti talvolta bassi, semioscurità
di alcuni settori e incauti movimenti nei vari passaggi.
Al lettore, di
questa mia scarna e scarsa presentazione del complesso nuragico torralbese,
resta ben poco da evidenziare. Sarebbe stato interessante per me, invece, avere
notizie dettagliate su alcuni dati riguardanti la torre principale ma, dalla
lettura dei dépliant e dalle richieste fatte ai parenti di plastica non ho
avuto alcun riscontro. Ad onore del vero, in partenza da Oristano mi ero
proposto di determinare:
a)
il volume in metri cubi della torre,
b)
il suo peso in tonnellate ed
c)
il
rivestimento in metri quadri della superficie esposta alla luce (superficie
laterale con superficie area superiore).
Per risolvere il primo dei tre quesiti mi sarebbero occorsi l’altezza
ed i raggi delle superfici circolari del grande solido
Nessun problema per la seconda domanda in quanto il peso
specifico del basalto è noto
Nessuna difficoltà, inoltre, per il terzo interrogativo in
quanto l’apotema della torre è ricavabile per via pitagorica.
La mancanza di dati, purtroppo, mi vieta di fare qualsiasi
calcolo.
La sosta nella corsia in cui mi trovo, un corridoio lungo una
trentina di metri, non mi impedisce, d’altro canto, di inquadrare il continuo
andirivieni dei turisti in entrata ed uscita ai vari ingressi della reggia ed
allo stesso tempo di dialogare con chi è disposto a rilasciarti indicazioni che
nulla hanno a che fare con l’archeologia. Così è avvenuto nei brevi colloqui
avuti con una verbanese, una francese ed il custode del complesso. Angelo, il
nome dell’ultimo degli intervistati, ha saputo darmi utili indicazioni sui flussi
turistici nel territorio. Durante la visita al Museo cittadino di Torralba ho
potuto constatare, nella veloce lettura di un servizio curato da un reporter negli
anni Trenta, che la retta spettante all’inserviente era decisamente improponibile.
Il pranzo, consumato
in trattoria ed in allegra compagnia, funge da buon intervallo per un secondo
tempo che avrà inizio con la partenza del pullman alla volta di Silanus e la
conclusione con la visita al nuraghe di Santa Sabina.
Vado considerando, durante questa breve trasferta che mi
porta a destinazione, che la Sardegna ha in dotazione per ogni suo comune una
ventina di questi monumenti. Parlo di numero medio ottenuto dividendo 7500 per
377 dove il primo termine sta ad indicare i nuraghi ed il secondo i centri
abitati.
Il mio paese, pur facendo parte di questa media, non vanta alcuna
presenza nuragica. Ad una estensione terriera a forma di montagnola, gli
abitanti del rione di Arasulè riservano il nome di Su Nuratze mentre quelli di
Toneri la indicano con il nominativo di Su Noratziu. In verità devo ammettere
che, pur avendo sempre avuto da giovane una gran voglia di ispezionare gli
interni di queste mega costruzioni, non sono mai riuscito a soddisfare questo
mio desiderio.
A Macomer, centro del Marghine in cui ho soggiornato per un
quinquennio da studente, ho sempre disatteso gli inviti alla visita del nuraghe
cittadino. Sarà per la prossima volta. Solamente in età avanzata ho potuto realizzare
questo mio vecchio sogno.
La presenza delle guide in Sardegna è abbastanza recente. Per
ironia della sorte posso affermare che la mia sordità ha progredito dal momento
in cui gli esperti in materia hanno iniziato a scendere in campo. Ormai, In
ogni appuntamento isolano di un certo impegno, è sempre presente un tutor.
Oggi, a distanza di una decina d’anni dal mio primo incontro con
il nuraghe di Silanus, sto per ritrovarmi con il medesimo per rinnovargli la
mia ammirazione e tributargli gli onori dovuti ai monumenti di grande rispetto.
Lasciata all’altezza di Macomer la superstrada per Cagliari,
il nostro mezzo devia verso Bortigali per interrompere la corsa in aperta
campagna dove il maniero di lusso o meglio il nuraghe di Santa Sabina, a
distanza di circa trecento metri dalla sede stradale, si concede all’attenzione
dei visitatori in forma smagliante. Eleganza, perfezione e compostezza edilizia.
Tutto sa di magia per le attenzioni rivolte a questo tronco di cono retto ed alla
chiesa bizantina che sta nelle immediate vicinanze. Ripeto che durante la mia
visita di una decina di anni addietro ero riuscito a guadagnare, per
l’occasione, il punto più elevato della costruzione in un tempo inferiore al
minuto. Oggi, purtroppo a causa di una oscurità insolita che mi impedisce di raggiungere
il primo vano scala, desisto dal farmi avanti. Nel frattempo prendo nota dei
dati che i miei congiunti non consanguinei mi passano. Mi serviranno, una volta
rientrato a casa, per dare risposta ai quesiti relativi al volume, al peso ed
al rivestimento della struttura muraria che mi sta di fronte.
Per il nuraghe di Silanus valgono queste dimensioni:
a)
Diametro
di base metri 12,60
b)
Diametro
della faccia superiore metri 8,60
c)
Altezza
metri 8,60
d)
Apotema
del tronco di cono metri 8,83
e)
Peso
specifico del basalto 2,9.
Alle formule del volume in metri in cubi, del rivestimento
esterno in metri quadrati e del peso in tonnellate del solido in questione, ad
evitare procedure di calcolo noiose per il lettore, preferisco fornire
direttamente i risultati. Gli interessati potranno eventualmente servirsi dei
suggerimenti proposti dall’intelligenza artificiale e procedere speditamente
verso le soluzioni richieste.
Questi i risultati da me ottenuti:
La torre si presenta con
a)
Un volume pari a 767 metri cubi
b)
Un peso di 2224 tonnellate. Tale valore, ottenuto dal prodotto del volume
(767 metri cubi) per il peso specifico del basalto (2,9), ha considerato come
vuoto per pieno lo spazio occupato dalle nicchie, camere, ingressi, passaggi,
feritoie ed interstizi tra i vari blocchi. Il tonnellaggio va quindi decurtato di
cifre ancora non definite ma definibili.
c)
Un rivestimento di metri quadri 351,96. Tale valore va a comprendere la
superficie laterale che è di metri quadri 293,89 e l’area della faccia
superiore del nuraghe (metri quadri 58,06). L’intero rivestimento, trova il suo
equivalente in una superficie quadrata di lato pari a 18,76 metri lineari.