Tonara. Sa omo de tiu Esieddu
L’istantanea più bella del reame
Il giusto carico di colori con il quale le maestranze locali di un tempo
hanno saputo dosare e miscelare le migliori tonalità di tinta, da distribuire
tra i vari elementi architettonici delle poche abitazioni inquadrate in uno dei
vicoli più interessanti della contrada tonarese di Morù, rappresenta la carta
vincente per assegnare alla fotografia il titolo di più bella del vicinato.
Altre importanti motivazioni per l’aggiudicazione di detto premio virtuale
derivano dai tempi di esecuzione dello scatto, dall’area scelta per
l’edificazione dei vari immobili, dalla bravura dei muratori, dal magnifico
punto di fuga che indirizza l’osservatore verso Arasulè, il rione incastonato
tra le quote più elevate della montagna, e da madre natura che ha concesso gli
spazi necessari per l’elegante assemblaggio di tempi, di colori, di luci, di
materiali impiegati e di professionalità.
L’istantanea riproduce uno scorcio di Morù degli anni Sessanta-Settanta.
La fotografia è stata fatta di mattina nelle poche ore in cui il sole ha il
potere, prima di scomparire dietro l’altopiano, di illuminare la contrada
interamente esposta ad est. La zona di penombra, che la singolare dimora di prima
linea rilascia sul fronte strada e sui primi piani delle costruzioni
dirimpettaie, nulla toglie alla buona lettura del marron scuro del legno di
castagno impiegato nei serramenti di porte, finestre, stipiti ed architravi e
delle tinte utilizzate negli zoccoli e nelle pareti di facciata. Ovviamente, il
clima, con le intemperie tipiche dei mesi freddi invernali quali pioggia, vento
e neve e con gli eccessi dei mesi estivi con temporali e grandi caldi, ha fatto
la sua parte modellando nuove pigmentazioni di facciata e diverse smagliature
nella copertura dei tetti. Tutto questo è avvertibile con chiarezza nella casetta in primo
piano dove le rughe della vecchiaia sembrano assegnare un valore aggiunto
all’abitazione.
Appena oltre la zona di penombra, una casa di nuova costruzione si eleva
in altezza di diversi metri rispetto alle altre garantendo con le sue linee
spioventi e con tinte di avorio molto intense un pizzico di modernità. Sullo
sfondo, ma a distanze notevoli, si intravvede qualche nucleo abitativo di
Arasulè, il rione con le case incollate sulla montagna.
In alto, la volta celeste sembra racchiudere il tutto con
un’inquadratura da favola. Dovessi dare un voto, assegnerei senz’altro il
massimo del punteggio. Se fossi un promotore di affari turistici mi servirei in
ogni occasione per presentare la foto come miglior prodotto di nicchia.
In basso, in mezzo alla strada, uno spettatore d’eccezione osserva
incuriosito le mosse del fotografo: è un cane di piccola taglia.
Alcune curiosità per il lettore:
Sa omo de tiu Esieddu sta per La casa del signor Dessietto
dove Dessietto funge da diminutivo di Dessì.
Chi era tiu Esieddu? Un
contadino che si serviva del carro a buoi. Il suo mezzo di lavoro trovava
spesso da parcheggiare nei pressi del fontanile (su grifone) comunale di
Morù.
Dove era ubicata la casa di tiu
Esieddu? Di fronte all’abitazione di Francesco Carboni, il mugnaio di
Toneri.