Memorie tonaresi in pratza manna

giovedì 3 dicembre 2020

I MESSAGGI SEGRETI DELLA STELE DI SANTA NOSTA

 IPOTESI RISOLUTIVA























 

IL COMMENTO

 

Bordo superiore

Sulla testata della stele risultano le seguenti incisioni:

   I H S sulla sinistra e B S A E M C al centro. Le prime tre iniziali stanno ad indicare IESUS HOMINUM SALVATOR - GESU’ SALVATORE DEGLI UOMINI mentre le restanti starebbero per BEATAE SANCTAE ANASTASIAE ECCLESIA MARTYRIS CRISTHIANAE – CHIESA DELLA BEATA SANTA ANASTASIA, MARTIRE CRISTIANA. Delle incisioni del centro testata oggi non vi è più traccia. Per poter intervenire sulla decodificazione mi sono dovuto affidare alla lettura effettuata dal Bonu nel tempo in cui il religioso reggeva la parrocchia tonarese. Lo scioglimento delle abbreviazioni da me ipotizzato non preclude comunque, da parte di chicchessia, altre possibili soluzioni.

Fascia sinistra

   Procedendo dall’alto verso il basso leggiamo: MOR BALTASAR ME FECIT alias MAIOR BALTASAR ME FECIT ossia Il MAIOR DE VILLA MADASSARRE ORDINO’ IL DA FARSI (costruzione, ricostruzione o ristrutturazione)

Fascia destra

   Procedendo dall’alto verso il basso è possibile leggere, sino a metà della fascia, le seguenti lettere C-B-A-M-A, mentre dal punto medio in poi sembra di leggere il nome JUAN seguito in bella evidenza dalle lettere maiuscole P ed S. Le due mezze fasce sono separate da una chiara linea di confine. Per cercare di trovare una risposta plausibile al complicato rebus ho fatto ricorso al dizionario di epigrafia latina del Cappelli. In detto testo ho trovato una possibile chiave di lettura nella decodificazione della prima e delle ultime due lettere della fascia laterale destra. In definitiva C starebbe per CUM e PS per POSUIT. Per le lettere del gruppo BAMA ho pensato alle sillabe iniziali del nominativo di un artigiano vissuto a Tonara tra la fine del Cinquecento e i primi decenni del Seicento di nome Battista Manca. Un fabbro ferraio di origine genonese che avrà certamente goduto dell’amicizia di Baldassarre Virdis, il major de villa di cui abbiamo già parlato, e del legame di parentela col rettore parrocchiale Leonardo Manca, forse il fratello.

   Il nome Juan, definito dopo l’interruzione tra le due semi fasce, dovrebbe rappresentare la terza figura segnalata nel monolite. Il compito da lui eseguito sarebbe stato quello di incastonare la lapide nella facciata della chiesa.

   In conclusione, possiamo avanzare l’ipotesi che l’ordine di esecuzione dei lavori fu decretato da Baldassarre Virdis CUM Battista Manca e che la posa in opera della stele fu eseguita POSUIT da Giovanni Vattelapesca.

   Devo segnalare che la maggiore difficoltà nell’approccio al testo di questa seconda fascia deriva soprattutto dalla rigogliosa convivenza con la scrittura di certi fregi decorativi di tipo sacerdotale. Quasi un’invasione di campo.

Base

   Non leggo nulla di leggibile. Forse qualche martellata di troppo avrà contribuito a rendere i messaggi indecifrabili. Presumo che il lapicida si sia riservato lo spazio utile per segnalare la data che, stando ai suggerimenti della professoressa Schena, dovrebbe inquadrarsi tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento. La parentesi temporale dovrebbe essere compresa tra il 1593, presumibile anno di insediamento a Tonara del parroco Leonardo Manca, e il 14 agosto del 1611, data di decesso del mastro ferrer Battista Manca.

   Senza il contributo dell’Archivio storico diocesano di Oristano non si sarebbe potuti arrivare ad accettabili conclusioni. In particolare, vanno segnalati i registri compilati dai solerti sacerdoti tonaresi di quel periodo storico. Sarebbe bene che si provvedesse ad un opportuno restauro di detti Cinque Libri, oggi raccolti in un unico faldone.

   È dalle certificazioni di battesimo, di cresima, di matrimonio e di morte che si è potuto attingere il materiale necessario per rappresentare la comunità tonarese di quasi quattrocento cinquanta anni fa.