IPOTESI RISOLUTIVA
IL COMMENTO
Bordo superiore
Sulla testata della stele risultano
le seguenti incisioni:
I H S sulla sinistra
e B S A E M C al centro. Le prime tre iniziali stanno ad indicare IESUS HOMINUM
SALVATOR - GESU’ SALVATORE DEGLI UOMINI mentre le restanti starebbero per
BEATAE SANCTAE ANASTASIAE ECCLESIA MARTYRIS CRISTHIANAE – CHIESA DELLA BEATA
SANTA ANASTASIA, MARTIRE CRISTIANA. Delle incisioni del centro testata oggi non
vi è più traccia. Per poter intervenire sulla decodificazione mi sono dovuto
affidare alla lettura effettuata dal Bonu nel tempo in cui il religioso reggeva
la parrocchia tonarese. Lo scioglimento delle abbreviazioni da me ipotizzato
non preclude comunque, da parte di chicchessia, altre possibili soluzioni.
Fascia sinistra
Procedendo dall’alto
verso il basso leggiamo: MOR BALTASAR ME FECIT alias MAIOR BALTASAR ME FECIT
ossia Il MAIOR DE VILLA MADASSARRE ORDINO’ IL DA FARSI (costruzione,
ricostruzione o ristrutturazione)
Fascia destra
Procedendo dall’alto
verso il basso è possibile leggere, sino a metà della fascia, le seguenti
lettere C-B-A-M-A, mentre dal punto medio in poi sembra di leggere il nome JUAN
seguito in bella evidenza dalle lettere maiuscole P ed S. Le due mezze fasce
sono separate da una chiara linea di confine. Per cercare di trovare una
risposta plausibile al complicato rebus ho fatto ricorso al dizionario di
epigrafia latina del Cappelli. In detto testo ho trovato una possibile chiave
di lettura nella decodificazione della prima e delle ultime due lettere della
fascia laterale destra. In definitiva C starebbe per CUM e PS
per POSUIT. Per le lettere del gruppo BAMA ho pensato alle sillabe
iniziali del nominativo di un artigiano vissuto a Tonara tra la fine del
Cinquecento e i primi decenni del Seicento di nome Battista Manca. Un fabbro
ferraio di origine genonese che avrà certamente goduto dell’amicizia di
Baldassarre Virdis, il major de villa di cui abbiamo già parlato, e del
legame di parentela col rettore parrocchiale Leonardo Manca, forse il fratello.
Il nome Juan, definito dopo l’interruzione tra
le due semi fasce, dovrebbe rappresentare la terza figura segnalata nel monolite.
Il compito da lui eseguito sarebbe stato quello di incastonare la lapide nella
facciata della chiesa.
In conclusione, possiamo
avanzare l’ipotesi che l’ordine di esecuzione dei lavori fu decretato da
Baldassarre Virdis CUM Battista Manca e che la posa in opera della stele
fu eseguita POSUIT da Giovanni Vattelapesca.
Devo segnalare che
la maggiore difficoltà nell’approccio al testo di questa seconda fascia deriva
soprattutto dalla rigogliosa convivenza con la scrittura di certi fregi
decorativi di tipo sacerdotale. Quasi un’invasione di campo.
Base
Non leggo nulla di
leggibile. Forse qualche martellata di troppo avrà contribuito a rendere i
messaggi indecifrabili. Presumo che il lapicida si sia riservato lo spazio
utile per segnalare la data che, stando ai suggerimenti della professoressa
Schena, dovrebbe inquadrarsi tra la fine del Cinquecento e gli inizi del
Seicento. La parentesi temporale dovrebbe essere compresa tra il 1593,
presumibile anno di insediamento a Tonara del parroco Leonardo Manca, e il 14
agosto del 1611, data di decesso del mastro ferrer Battista Manca.
Senza il contributo
dell’Archivio storico diocesano di Oristano non si sarebbe potuti arrivare ad
accettabili conclusioni. In particolare, vanno segnalati i registri compilati
dai solerti sacerdoti tonaresi di quel periodo storico. Sarebbe bene che si
provvedesse ad un opportuno restauro di detti Cinque Libri, oggi raccolti in un
unico faldone.
È dalle
certificazioni di battesimo, di cresima, di matrimonio e di morte che si è
potuto attingere il materiale necessario per rappresentare la comunità tonarese
di quasi quattrocento cinquanta anni fa.